Il fisico teorico Michio Kaku, uno dei massimi esponenti della divulgazione scientifica contemporanea, ha proposto nel suo libro The Future of Humanity (2018) una serie di scenari futuristici in cui l’umanità trascende i limiti biologici e planetari per proiettarsi nel cosmo come forma di coscienza digitalizzata. Tra le sue proposte più audaci, figura il cosiddetto “laser porting“, ovvero il trasferimento della mente umana attraverso lo spazio tramite impulsi luminosi, superando l’ostacolo del viaggio fisico interstellare.
Come Michio Kaku immagina la trasmissione fotonica della coscienza
Alla base di questa ipotesi c’è la convinzione che la coscienza, pur essendo un fenomeno complesso e in parte ancora misterioso, possa un giorno essere compresa come una struttura computabile. La neuroscienza contemporanea, infatti, si sta già muovendo in questa direzione con progetti come il Human Connectome Project, che ha l’obiettivo di mappare in dettaglio tutte le connessioni neuronali del cervello umano, simili a un’impronta digitale della mente individuale.
Secondo Michio Kaku, una volta ottenuta una rappresentazione completa del connectoma, sarà teoricamente possibile digitalizzare questa mappa e comprimerla in un flusso di dati, da trasmettere tramite laser o altri sistemi fotonici, viaggiando così alla velocità della luce.
In pratica, si tratterebbe di “scaricare” una copia integrale della coscienza umana – comprensiva di memoria, personalità, emozioni e pensiero – in un segnale ottico, che potrebbe essere ricevuto in un altro sistema stellare da un’antenna apposita. Lì, un sofisticato sistema computazionale o robotico ricostruirebbe l’individuo digitale in un nuovo corpo: biologico, sintetico o interamente virtuale.
Michio Kaku e la plausibilità scientifica del laser porting
Per quanto possa apparire una visione da fantascienza, l’idea di Michio Kaku non è del tutto priva di basi scientifiche. Nulla nelle leggi fondamentali della fisica proibisce la trasmissione di dati a velocità prossime a quella della luce o la replicazione meccanica della struttura sinaptica del cervello. Già oggi, tecniche di brain mapping come l’optogenetica o la microscopia a fluorescenza stanno rendendo possibile lo studio tridimensionale di circuiti neuronali in animali semplici, come i nematodi e le drosophile.
I cervello umano, tuttavia, contiene circa 86 miliardi di neuroni e oltre 100 trilioni di connessioni sinaptiche, rendendo il compito di mappatura, compressione e trasferimento dei dati una sfida monumentale. Kaku stesso riconosce che, anche in scenari ottimistici, potrebbero essere necessari decenni o secoli prima che una tecnologia simile diventi praticabile.
Michio Kaku e le questioni filosofiche ed etiche del trasferimento della coscienza
Il “laser porting” solleva inevitabilmente interrogativi profondi sul significato della coscienza e dell’identità. Se si trasmette una copia digitale del proprio cervello, si tratta ancora della stessa persona? Oppure si crea un duplicato indipendente, con la stessa memoria ma un destino diverso? La copia sarà cosciente o sarà solo una simulazione comportamentale?
Questi dilemmi sono al centro del dibattito filosofico tra funzionalismo e dualismo. Michio Kaku si colloca chiaramente nella prima corrente, ritenendo che la coscienza sia un fenomeno emergente di circuiti neurali complessi, modellabili matematicamente. Egli ha proposto una “teoria della coscienza spazio-temporale”, secondo la quale la mente umana si distingue per la capacità di modellare il futuro, immaginare scenari alternativi e anticipare conseguenze a lungo termine.
Michio Kaku e le applicazioni future
Oltre al trasferimento interstellare, Michio Kaku intravede nella digitalizzazione della mente la possibilità di superare la morte biologica, trasferendo la coscienza in supporti non degradabili o eternamente aggiornabili. In questo senso, la tecnologia diventerebbe un ponte verso una forma di “immortalità computazionale”.
La trasmissione della coscienza potrebbe inoltre facilitare l’esplorazione dello spazio profondo, evitando i rischi e i limiti associati al trasporto del corpo umano. Anziché costruire astronavi che viaggiano per secoli, potremmo inviare “segnali mentali” verso sonde autonome, capaci di rigenerare corpi ospitanti nei pianeti più promettenti.
I limiti attuali secondo Michio Kaku
Va tuttavia sottolineato che al momento nessuna tecnologia consente una scansione completa, non distruttiva e funzionale del cervello umano. Anche ammesso che si riesca a mappare tutte le connessioni, rimane il problema della dinamicità cerebrale: il cervello cambia costantemente attraverso la neuroplasticità, l’apprendimento e l’esperienza.
L’infrastruttura necessaria, inoltre, per ricevere e ricostruire la coscienza in un altro punto dell’universo richiederebbe una civiltà altamente avanzata, probabilmente almeno di Tipo I o II nella scala di Kardashev, in grado di manipolare energia planetaria o stellare.
Conclusione
L’idea del trasferimento della coscienza tramite laser rappresenta una delle più visionarie ipotesi di Michio Kaku sulla futura evoluzione dell’intelligenza umana. Sebbene sia ancora confinata nel regno della speculazione, essa riflette tendenze reali nella neuroscienza, nell’intelligenza artificiale e nella fisica computazionale.
Se un giorno sarà realizzabile, tale tecnologia non solo rivoluzionerà la concezione della mente, ma trasformerà radicalmente il rapporto dell’uomo con lo spazio, il tempo e la vita stessa.
Fonte: Wired
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