La matematica risolve un enigma che sfida la fisica da 125 anni

La matematica risolve un enigma che sfida la fisica da 125 anni

Nel luglio del 1900, al Congresso Internazionale di matematica a Parigi, David Hilbert presentò il suo celebre elenco di 23 problemi. Alcuni hanno già lasciato un segno profondo — come l’ipotesi di Riemann o la risoluzione dell’ipotesi di Poincaré — ma il Sesto Problema, meno noto al grande pubblico, affronta una questione filosofica e scientifica di portata monumentale:

Come giustificare le leggi macroscopiche della fisica, come la termodinamica o la fluidodinamica, a partire da leggi microscopiche deterministiche?

In termini più concreti: perché possiamo usare le equazioni di Navier–Stokes per descrivere il moto dell’aria o dell’acqua, se a livello fondamentale tutto è fatto di particelle soggette alle leggi di Newton?

La matematica come linguaggio dell’universo fisico

Nel marzo 2025, i matematici Yu Deng (University of Southern California), Zaher Hani e Xiao Ma (University of Michigan) hanno pubblicato un preprint sul server arXiv in cui hanno proposto una dimostrazione rigorosa e completa della catena di limiti che collega:

  • la meccanica di Newton per NN particelle

  • l’equazione di Boltzmann per la distribuzione statistica

  • le equazioni di Navier–Stokes ed Euler per i fluidi continui

Si tratta del primo caso documentato in cui la connessione completa tra questi tre livelli viene formalmente e matematicamente dimostrata, superando i limiti tecnici che avevano bloccato i progressi per oltre un secolo.

I tre livelli della realtà fisica (e matematica)

1. Microscopico: Meccanica classica

Sistema composto da NN sfere rigide (o particelle) che interagiscono mediante urti elastici, seguendo le equazioni di Newton. La dinamica è deterministica, reversibile nel tempo e conserva l’energia meccanica.

2. Mesoscopico: Teoria cinetica (Equazione di Boltzmann)

La descrizione passa da particelle a una densità di probabilità nello spazio delle fasi, f(t,x,v)f(t, x, v), che evolve secondo un’equazione integro-differenziale non lineare:

∂tf+v⋅∇xf=Q(f,f)\partial_t f + v \cdot \nabla_x f = Q(f, f)

dove QQ è il termine di collisione. Qui nasce la freccia del tempo, espressa dal teorema H: l’entropia cresce.

3. Macroscopico: Fluidodinamica (Euler/Navier–Stokes)

Per grandezze come densità ρ\rho, velocità uu, temperatura TT, si usano le equazioni:

∂tρ+∇⋅(ρu)=0∂t(ρu)+∇⋅(ρu⊗u+pI)=μΔu+⋯\begin{aligned} & \partial_t \rho + \nabla \cdot (\rho u) = 0 \\ & \partial_t (\rho u) + \nabla \cdot (\rho u \otimes u + p I) = \mu \Delta u + \cdots \end{aligned}

Queste descrivono l’evoluzione dei fluidi come mezzi continui, dimenticando le particelle sottostanti.

Matematica e fisica: tre modelli per descrivere la stessa realtà

Deng, Hani e Ma hanno dimostrato il limite di Boltzmann–Grad in un contesto senza simmetria spaziale, controllando l’evoluzione delle particelle newtoniane fino a ottenere, nel limite, la distribuzione di Boltzmann.

Poi, hanno mostrato come soluzioni dell’equazione di Boltzmann in regime di Knudsen basso (ε→0\varepsilon \to 0) tendano a soluzioni delle equazioni di Navier–Stokes o di Euler, a seconda delle condizioni iniziali e del livello di viscosità.

Le novità metodologiche

  1. Diagrammi di Feynman classici: una riformulazione grafica per controllare le traiettorie complesse e le iterazioni tra particelle.

  2. Tecniche multi-scala avanzate: per controllare simultaneamente gli effetti a scala O(1)O(1) (grande) e O(1/N)O(1/N) (particella).

  3. Validità su tempi lunghi: superano il cosiddetto “barriera di Lanford”, che limitava le precedenti dimostrazioni al regime di tempo infinitesimo.

Una dimostrazione matematica rigorosa e storicamente attesa

Uno degli aspetti più profondi del lavoro è che ha mostrato come l’irreversibilità macroscopica emerga da una dinamica reversibile:

  • Le equazioni di Newton non distinguono passato e futuro.

  • Ma le soluzioni della Boltzmann e di Navier–Stokes obbediscono alla freccia del tempo.

  • Questo emerge da correlazioni statistiche a lungo termine e perdita di informazione microscopica.

Il lavoro fornisce quindi una base rigorosa al secondo principio della termodinamica, non come postulato, ma come fenomeno emergente.

Perché è importante per la scienza applicata?

Questa non è solo una curiosità teorica:

  • Atmosfera e oceani: I modelli meteorologici si basano su Navier–Stokes. Capire la loro origine significa capire meglio i limiti delle simulazioni climatiche.

  • Ingegneria aerospaziale: La turbolenza nei motori o nei veicoli ipersonici può ora essere trattata con maggiore rigore teorico.

  • Computational physics: Le tecniche di multiscala sviluppate possono essere integrate nei modelli computazionali come le PINNs (Physics-Informed Neural Networks).

E le critiche?

Alcuni esperti hanno sottolineato che il regime considerato è molto specifico:

  • Gas rarefatti e diluiti, senza forte interazione tra le particelle.

  • Il passaggio da Boltzmann a Navier–Stokes è valido solo in un regime vicino all’equilibrio.

Tuttavia, l’architettura matematica è solida e potenzialmente estendibile ad altri casi (plasma, fluidi compressibili, materia condensata).

Conclusione: verso una fisica veramente matematica

Hilbert auspicava una fisica “assiomatizzata” come la geometria. Questo risultato — se confermato e generalizzato — può segnare un nuovo inizio:

  • La fluidodinamica non è più solo fenomenologia ingegneristica, ma una teoria derivabile da primi principi.

  • L’entropia non è solo un concetto termodinamico, ma una conseguenza matematica di un mondo molecolare.

  • La freccia del tempo non è un dogma: è un fenomeno emergente, derivabile.

Fonti

Preprint su arXiv: Deng, Hani, Ma (2025)

Villani, A review of mathematical topics in collisional kinetic theory (2002)

Cercignani, The Boltzmann Equation and Its Applications (Springer)

Golse, Saint-Raymond, The derivation of the Boltzmann equation from Newtonian mechanics (2004)

Bardos, Levermore, The low Mach number limit of compressible Euler equations (1991)

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