Homo capensis: elitè segreta, ibridi alieni o mito?

Homo Capensis: Elitè segreta, ibridi alieni o mito?

L’esistenza di un ominide chiamato Homo capensis, dotato di un cervello di dimensioni eccezionali e un QI stimato intorno a 180, rappresenta un’ipotesi affascinante e controversa nel panorama della paleoantropologia. Secondo alcuni ricercatori, come il dottor Edward Spencer, questo ominide avrebbe dominato il mondo fin dall’antichità, lasciando tracce archeologiche in diverse regioni del globo.

Homo capensis: elitè segreta o specie aliena?

Le prove a sostegno di questa teoria includono teschi allungati rinvenuti in Sudafrica, risalenti a circa 50.000 anni fa, e persino la figura di Akhenaton, il faraone egiziano noto per le sue caratteristiche fisiche peculiari. Inoltre, alcuni hanno ipotizzato che l’Homo capensis possa ancora esistere in segreto, magari tra le alte sfere del potere mondiale o persino come ibrido alieno-umano.

Karen Hudes, ex consigliere della Banca Mondiale, si è distinta come una delle principali voci che hanno sollevato il velo su un’ipotesi controversa: l’esistenza di “creature non umane” che, secondo lei, hanno controllato il mondo fin dai tempi antichi. Basandosi sulla sua esperienza e sulle sue ricerche, Hudes sostiene che queste entità esercitano un potere immenso, manipolando eventi e decisioni a livello globale.

Il dottor Edward Spencer, studioso che ha approfondito l’argomento, ha aggiunto un ulteriore tassello a questa teoria. Secondo Spencer, queste “creature non umane”, caratterizzate da teschi allungati, si concentrerebbero in Vaticano, dove eserciterebbero un dominio assoluto sul potere della Chiesa Cattolica e dello Stato degli Illuminati.

Egli sostiene che questa élite, che definisce “alta cabala”, sarebbe composta da banchieri e da membri dell’Homo capensis, una specie umana ipotetica con un intelletto superiore. In questa visione, la religione e il sistema bancario sarebbero strumenti utilizzati per controllare e soggiogare l’umanità, con il denaro definito come “la più grande invenzione della schiavitù”.

Le caratteristiche principali dell’Homo capensis sono:

  • Crani allungati, con volume maggiore e cervelli più grandi
  • QI più alto (180 in media)
  • Non hanno creatività né empatia, ma sono legati alla matematica, alla numerologia, alla finanza
  • Sangue a base di rame
  • Linea genetica Rh negativa (sangue blu).
  • Hanno una base europea in Svizzera (con il 48% di discendenza faraonica)
  • Emotivamente negativi, sono infelici e si uccidono a vicenda
  • Sono schiavisti
  • Adepti dei riti religiosi e dei sacrifici umani
  • “Schiavi delle dimensioni inferiori”
Teschi allungati di Paracas © Wikimedia Commons
Teschi allungati di Paracas © Wikimedia Commons

Homo capensis: evidenze storiche e archeologiche

Un’opera fondamentale per le teorie del dottor Edward Spencer è il libro “Maps of the Ancient Sea Kings” di Charles Hapgood. In questo volume, Hapgood sostiene che una civiltà misteriosa, sconosciuta alla storia ufficiale, fosse in grado di mappare l’intero pianeta durante l’ultima era glaciale. Spencer, basandosi su queste teorie, ha ipotizzato che questa civiltà avanzata potesse essere proprio l’Homo capensis, l’ominide con un intelletto superiore.

Effettivamente, in diverse regioni del mondo sono state rinvenute numerose testimonianze archeologiche che indicano la presenza di esseri umani con crani allungati. Questi ritrovamenti, provenienti da paesi come il Sud Africa, Malta, Perù e Russia, hanno acceso un dibattito nella comunità scientifica.

Uno degli esempi più noti è quello dei crani di Paracas in Perù. Questi crani, caratterizzati da una forma allungata e da una capacità cranica superiore del 25% rispetto a quella media umana, presentano anche una genetica distinta. Inoltre, il loro peso è superiore del 60% rispetto ai crani normali.

Altri siti archeologicamente rilevanti includono il Tempio Ipogeo a Malta, dove sono stati rinvenuti crani simili a quelli di Paracas, e il Sud Africa, dove è stato scoperto l’Uomo di Boskop. Con un’età stimata di oltre 10.000 anni, questo cranio presenta un volume superiore del 30% rispetto a quello umano moderno.

L’esistenza di questi crani allungati ha sollevato interrogativi affascinanti sul nostro passato evolutivo. Alcune teorie hanno ipotizzato che questi individui rappresentino una specie umana distinta, l’Homo capensis, mentre altri hanno proposto che potrebbero essere il risultato di deformazioni craniche o di malattie genetiche.

L’accostamento tra il faraone egiziano Akhenaton e la figura biblica di Mosè ha alimentato teorie affascinanti, alcune delle quali hanno ipotizzato addirittura che si tratti della stessa persona. Al di là di queste ipotesi suggestive, è interessante notare che sia Akhenaton che sua moglie Nefertiti sono stati spesso raffigurati nell’arte egizia con teschi allungati. Questo dettaglio ha contribuito a rafforzare l’idea che essi appartenessero a una stirpe speciale o addirittura a una specie umana distinta.

Allo stesso modo, la figura di Mosè è stata spesso associata a un cranio più grande del normale e all’utilizzo di un copricapo o un cappello simile alla mitra dei vescovi cattolici. Queste caratteristiche hanno alimentato teorie che lo legano a una stirpe o a una conoscenza superiore.

In Sudafrica, un ritrovamento di eccezionale importanza ha acceso l’interesse degli archeologi e degli studiosi di tutto il mondo: il Calendario di Adamo. Considerato il più antico calendario megalitico mai scoperto, la sua datazione stimata lo colloca a un’epoca sbalorditiva, risalente a oltre 50.000 anni fa.

Questa struttura megalitica, situata nella regione del Mpumalanga, presenta caratteristiche affascinanti. I suoi blocchi di pietra sono disposti in modo tale da formare mappe degli equinozi e della costellazione di Orione, suggerendo una conoscenza astronomica avanzata da parte dei suoi costruttori.

Un aspetto ancora più intrigante è la presenza di una piramide nelle vicinanze del Calendario di Adamo. Le sue dimensioni sono sorprendenti: quasi la stessa lunghezza della Grande Piramide di Giza, in Egitto. Questa vicinanza e la somiglianza dimensionale hanno alimentato numerose teorie sul significato di questi due monumenti e sulla possibile connessione tra le antiche civiltà africane e quelle egiziane.

Homo capensis: ibridi alieni Anunnaki-umani?

Secondo alcune teorie speculative, tra cui quelle proposte da Corey Goode, l’Homo capensis, l’ominide con un intelletto superiore ipotizzato da alcuni studiosi, potrebbe essere il risultato di un’ibridazione tra esseri umani e alieni. In particolare, queste teorie fanno riferimento agli Anunnaki, una civiltà aliena rettiliana descritta in antiche scritture mesopotamiche, spesso associata agli dei sumeri.

Secondo queste ipotesi, Enki, una figura divina importante nella mitologia sumerica, sarebbe stato il creatore degli Homo capensis, utilizzando la sua tecnologia avanzata per combinare il DNA umano con quello alieno. Questa teoria si basa in parte sulla descrizione dei Nephilim nella Bibbia, creature gigantesche spesso interpretate come ibridi uomo-angelo o uomo-demone.

Karen Hudes ritiene che il cosiddetto “Papa Grigio”, Pepe Orsini, sia l’intermediario in Vaticano tra le autorità cattoliche e l’Homo capensis. Pepe Orsini sarebbe il Re della Sacra Romana Stirpe Papale, che è al di sopra dei Rothschild e dei Rockefeller nella piramide del potere, alla pari di Breakspear, Aldobrandini e altre linee papali.

Questo tema della cospirazione ha senso, sulla base di tutto ciò che abbiamo visto riguardo al potere mondiale della mafia e alle prove della presenza di esseri non umani nella nostra storia.  Esso potrebbe essere correlato alla narrativa dell’élite oscura (chiamata Illuminati) e possiamo anche notare un collegamento con il Vaticano. Inoltre, tutti i teschi allungati trovati nel mondo sono una prova molto evidente dell’Homo capensis.

È importante ricordare, che la storia è un processo complesso e dinamico, in continua evoluzione con il progredire delle ricerche e delle scoperte. È fondamentale mantenere un atteggiamento aperto e critico di fronte a nuove teorie, valutandone le prove e le implicazioni con attenzione e rigore scientifico.

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