Etruschi: un mistero svelato dal DNA

Etruschi: un mistero svelato dal DNA

Per secoli, l’origine degli Etruschi, un’antica civiltà prospera nell’Italia centrale tra l’VIII e il I secolo a.C., è rimasta avvolta nel mistero. Diverse teorie sono state proposte, ipotizzando una provenienza da diverse regioni del Mediterraneo, dall’Asia Minore all’Egitto. Tuttavia, la mancanza di prove concrete ha alimentato il dibattito, lasciando aperta la questione.

Le origini degli Etruschi

Tra le ipotesi sulle origini degli Etruschi, una delle più antiche, sostenuta dallo storico greco Erodoto, ha ipotizzato una loro migrazione in Italia dall’Anatolia o dall’Egeo, immaginando la loro cultura come derivata da origini greche. Tuttavia, questa teoria è stata ampiamente messa in discussione dagli studiosi moderni, in quanto le prove archeologiche a sostegno di una migrazione su larga scala sono estremamente scarse.

In contrapposizione a questa ipotesi migratoria, si propone l’idea che la civiltà etrusca si sia sviluppata in loco, emergendo da una popolazione già insediata nella regione. Questa teoria definisce gli Etruschi come una civiltà autoctona, nata e cresciuta direttamente nel territorio che abitavano.

Entrambe le teorie, quella migratoria e quella autoctona, continuano ad essere oggetto di dibattito e approfondimenti da parte degli studiosi. L’analisi di nuovi reperti archeologici, l’interpretazione dei testi etruschi e l’impiego di sofisticate tecniche di ricerca, come l’analisi del DNA antico, potrebbero fornire nuovi indizi per svelare definitivamente il mistero delle origini di questo affascinante popolo.

Etruschi: un mistero svelato dal DNA

Etruschi: l’analisi del DNA

Quasi duemila anni di dati genetici, raccolti da 12 siti in tutta Italia, hanno finalmente svelato il mistero delle origini degli Etruschi. Contrariamente a quanto si credeva in passato, questi popoli enigmatici non discendevano da migranti provenienti dall’Anatolia (l’odierna Turchia), ma condividevano un patrimonio genetico simile alle popolazioni che vivevano nelle vicinanze dell’antica Roma.

Lo studio, condotto da un team di ricercatori internazionali e pubblicato sulla rivista Science Advances, ha analizzato il DNA di individui vissuti in diverse epoche dell’Etruria. I risultati hanno dimostrato che gli Etruschi discendevano da pastori che si sono trasferiti nella regione dalle steppe durante il tardo Neolitico e l’Età del Bronzo.

Questa scoperta li collega direttamente ad altri popoli italici, come Latini e Umbri, che condividevano la stessa origine comune nelle steppe.

L’analisi del team ha anche rivelato importanti cambiamenti genetici in Italia nel corso del tempo. Con l’ascesa dell’Impero Romano, l’antico DNA ha mostrato che la popolazione etrusca ha subito una significativa trasformazione genetica, dovuta al mescolamento con persone del Mediterraneo orientale. Questo fenomeno è probabilmente legato all’importazione di schiavi e soldati da parte dei Romani.

Johannes Krause, antropologo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Germania, ha dichiarato: “Questo cambiamento genetico ha descritto chiaramente il ruolo dell’Impero Romano nello spostamento su larga scala delle persone in un periodo di maggiore mobilità socioeconomica e geografica”.

Nel Medioevo, dopo la caduta dell’Impero Romano, i profili genetici sono cambiati nuovamente, con l’influsso di ascendenze nordeuropee che si sono diffuse in tutta la penisola italiana. Questo fenomeno è probabilmente il risultato dell’invasione dei Longobardi, provenienti da Germania e Svezia, che hanno conquistato e governato gran parte dell’Italia dal 568 al 774 d.C.

A partire dal 1000 d.C. circa, tuttavia, i profili genetici delle persone in Toscana, Lazio e Basilicata sono rimasti più o meno invariati. Questo risultato è coerente con il profilo genetico delle persone a Roma, secondo i ricercatori. Studi futuri con set di dati aggiuntivi da altre regioni dell’Impero Romano aiuteranno a convalidare questi risultati.

La storia etrusca, tuttavia, presenta un enigma linguistico: pur essendo circondati da lingue indoeuropee, come il latino, gli Etruschi parlavano una lingua non indoeuropea, la cui origine rimane ancora sconosciuta.

Etruschi: ipotesi di assimilazione linguistica

Un ostacolo significativo alla comprensione approfondita degli Etruschi è la loro lingua estinta. La conoscenza limitata di questa lingua rende difficile decifrare i testi e le iscrizioni che hanno lasciato, ostacolando la ricostruzione della loro storia e cultura.

L’antropologo David Caramelli, dell’Università di Firenze, ha ipotizzato che la lingua etrusca sia sopravvissuta grazie all’assimilazione di popolazioni italiche da parte della comunità, avvenuta durante un periodo di mescolanza nel secondo millennio a.C.

La lingua etrusca, pur nella sua unicità, non è completamente isolata. Appartiene ad un gruppo di lingue estinte chiamato “lingue tirseniche”, che include anche il Retico, un tempo parlato nelle Alpi, ed il Lemnio, diffuso sull’isola omonima nel Mar Egeo.

Questa affinità linguistica potrebbe suggerire una diffusione di queste lingue via mare dal Mediterraneo, ma il profilo genetico degli Etruschi non ha supportato questa ipotesi. Al contrario, i ricercatori hanno ipotizzato che le lingue tirseniche si siano diffuse dall’Etruria come punto di origine. Ulteriori studi sono necessari per approfondire questa teoria.

Conclusioni

Molti aspetti della civiltà etrusca rimangono ancora avvolti nel mistero. Nonostante le numerose tracce del loro passaggio, come le splendide opere d’arte e i sofisticati sistemi politici, la loro storia e le loro origini sono ancora oggetto di studio e dibattito.

Questa scoperta rivoluzionaria, tuttavia, ridefinisce la nostra comprensione delle origini etrusche, sfatando definitivamente le teorie di migrazione dall’Anatolia o dall’Egeo. Invece, li colloca come popolo italico con legami genetici stretti con i loro vicini latini.

La ricerca, inoltre, apre nuove strade per esplorare la complessa relazione tra lingua, cultura e geni in questa affascinante civiltà del passato. L’analisi del DNA di individui di diverse epoche potrebbe fornire ulteriori informazioni sull’evoluzione della società etrusca e sul loro ruolo nello sviluppo dell’Italia antica.

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